Raffaello

“Un artista mosso dalla ricerca della bellezza assoluta.” Precoce e geniale, “una specie di Mozart della pittura”: ecco come viene raccontato uno dei più alti pittori del Rinascimento nel documentario Raffaello. Il giovane prodigio nelle sale cinematografiche italiane il 21, 22 e 23, distribuito da Nexo Digital (elenco delle sale su www.nexodigital.it). Nel 2020 le celebrazioni dei 500 anni dalla morte di Raffaello Sanzio erano state sospese a causa della pandemia. Ora che le sale cinematografiche e i musei hanno riaperto, il documentario dedicato al pittore di Urbino apre la nuova stagione de La Grande Arte al Cinema, che porta l’arte sul grande schermo. Le riprese inquadrano tanti capolavori dell’Urbinate tra i quali alcuni di quelli esposti lo scorso anno nell’esposizione alle Scuderie del Quirinale.

 

 

 

 

Raffaello. Il giovane prodigio

 

 

 

 

Diretto da Massimo Ferrari e prodotto da Sky, Raffaello. Il giovane prodigio è una narrazione poetica. Il racconto del regista laziale si muove in perfetta armonia tra la dolcezza dei visi delle donne ritratte nei dipinti, i disegni dell’illustratore Giordano Poloni (animati dallo studio Alkanoids) e la voce profonda di Valeria Golino che accompagna suadente nell’esplorazione cinematografica dei ritratti femminili dell’artista di Urbino. In particolare le Madonne di Raffaello. Il tema della Madonna con il Bambino è presente in tutta l’opera del pittore. È legato a un rilevante fatto biografico, che segnò profondamente la vita di Raffaello Sanzio: la perdita della madre quando era un bambino di appena otto anni. La prodigiosa capacità di esprimere la bellezza femminile si rivela nel tema ricorrente della Madonna con il bambino, la madre con il bambino, raffigurata con tratti di grande dolcezza. E più in generale nei ritratti femminili. La donna è la madre, ma anche la committente e l’amante. Molte donne raffigurate sono realmente esistite nella vita dell’artista, ma la figura femminile è idealizzata. Raffaello indagando più la psicologia femminile che la fisicità ritrae la donna ideale. Al contempo, in un’epoca in cui anche per dipingere le donne i soggetti erano uomini, Raffaello sceglie le donne in carne e ossa, modelle e amanti. Posano per lui le modelle anche per i nudi, e si considera che fu forse tra i primi a farlo.

 

 

 

Raffaello
La Muta _Raffaello ┬® Foto Scala Firenze

 

 

 

 

Fu maestro dei nudi femminili quanto Michelangelo di quelli maschili. D’altronde, Raffaello a Firenze studia e impara dalle opere di Michelangelo e di Leonardo. Assimila tutto ed evolve costantemente. La Muta, Dama con Liocorno, La Velata, La Fornarina sono tra i ritratti più celebri del pittore urbinate. La ricerca artistica di Raffaello perviene a una bellezza ideale che raggiuge il suo culmine nell’opera Il trionfo di Galatea nella quale la ninfa incarna il bello delle più belle donne. La Madonna sistina è l’opera più celebre di Raffaello almeno fino a quando avviene il furto della Gioconda e il dipinto di Leonardo ne prende il posto sul podio della notorietà.

 

 

 

 

 

 

Raffaello
La Velata_Raffaello ┬® Gabinetto Fotografico delle Gallerie degli Uffizi Firenze_Su concessione MiBACT

 

 

 

 

Raffaello
Madonna Diotallevi_Raffaello ┬® Alamy Stock Photo

 

 

 

 

 

Raffaello
Madonna con bambino tra i Santi Girolamo e Francesco_Raffaello ┬® Alamy Stock Photo

 

 

 

 

Sono storici dell’arte, esperti di fama internazionale, specialisti del Rinascimento italiano, studiosi, professori a raccontare la poetica, l’opera e i luoghi dell’artista, da Urbino a Firenze fino a Roma. Da Vincenzo Farinella, professore ordinario di Storia dell’Arte Moderna all’Università di Pisa e consulente storico-scientifico del progetto, a Lorenza Mochi Onori, storica dell’arte ed esperta di Raffaello, da Giuliano Pisani, filologo classico e storico dell’arte italiana, a Tom Henry, direttore dell’Università del Kent a Roma, da Amélie Ferrigno, storica dell’arte e ricercatrice associata presso il Centre d’Études Supérieures de la Renaissance (CESR Tours), a Ippolita di Majo, sceneggiatrice e storica dell’arte  fino a Gloria Fossi, storica dell’arte medievale e moderna. Le interviste agli studiosi sono state realizzate negli Horti Sallustiani, un complesso monumentale di età imperiale, evocando la passione e l’ammirazione di Raffaello per le architetture della Roma antica.

 

 

 

 

Raffaello a Roma

 

 

A Roma Raffaello arriva nel 1508 quando ha venticinque anni, chiamato da papa Giulio II per la decorazione delle Stanze, i nuovi appartamenti papali. L’opera più nota del pregevole ciclo di affreschi è La Scuola di Atene, nella Stanza della Segnatura. Testimonia la profonda conoscenza che l’artista ha delle antichità romane, fonte di ispirazione per le prospettive monumentali delle sue opere. Eclettico, il “pittore del Papa” mette la propria competenza di architetto nello studio delle architetture della Roma antica come patrimonio da tutelare. Per restituire memoria ai posteri dei monumenti che erano stati abbattuti o danneggiati nel corso dei secoli, e soprattutto sotto i suoi occhi, Raffaello si appassiona a un grandioso progetto che prevede il disegno di una pianta e una classificazione storica degli edifici della città antica quali si potevano apprezzare all’inizio del XVI secolo. La morte prematura dell’artista, a trentasette anni, interrompe il progetto del quale si conservano solo le premesse nella lettera che scrisse a Papa Leone X. Avviene a Roma la consacrazione della celebrità di Raffaello. Pittore di successo, la cui opera ebbe un impatto straordinario nei secoli successivi, è sepolto nel Pantheon.

 

 

 

 

 

 

 

 

Raffaello
Trasporto di Cristo_Deposizione Baglioni_Raffaello ┬® Foto Scala Firenze_Su concessione MiBACT

 

 

Il documentario è distribuito in esclusiva per l’Italia da Nexo Digital con i media partner Radio Capital, Sky Arte, MYmovies.it, ARTE.it e in collaborazione con Abbonamento Musei.

 

Qui il trailer: https://youtu.be/yS2CfeV35G8

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