Immersa nel maestoso scenario delle Dolomiti alla confluenza del torrente Ardo con il Piave, lungo il quale venivano trasportati i tronchi destinati alle galee veneziane, Belluno è chiamata “la piccola Venezia di montagna” per la sua impronta veneziana. Trascurata dal turista frettoloso diretto a Cortina d’Ampezzo o al gruppo del Sella, la Valbelluna (l’area meridionale della provincia di Belluno lungo il Piave) è una terra ricca di storia punteggiata da antichi borghi, castelli, ville. Belluno è la città natale dello scrittore, pittore e giornalista del Corriere della Sera Dino Buzzati del quale ricorre il cinquantesimo anniversario della morte. Alle porte di Belluno si visita la casa natale dello scrittore che vi trascorse quasi tutte le estati della sua vita.

Belluno e Buzzati
Ebbe a scrivere Dino Buzzati: “Se io dico che la mia terra è uno dei posti più belli non già dell’Italia ma dell’intero globo terracqueo, tutti cascano dalle nuvole e mi fissano con divertita curiosità. La mia patria infatti si chiama Belluno e, benché sia capoluogo di provincia, vado constatando da decenni che quasi nessuno, tranne i bellunesi, sappia dove sia” (da La mia Belluno).
Villa Buzzati
La casa natale di Dino Buzzati è una affascinante villa veneta alle porte di Belluno. La pronipote dello scrittore, Valentina Morassuti, abita tuttora nella villa dove Buzzati è nato nel 1906. Ha conosciuto Dino, mancato quando lei aveva dodici anni. Racconta che la famiglia viveva a Milano, dove il padre di Dino era professore universitario, e trascorreva i mesi estivi nella villa dove c’erano poche regole e molta libertà. All’età di quattordici anni il padre di Dino morì lasciando la moglie Alba con quattro figli. Dino fu segnato dalla morte del padre e il tema della morte lo perseguitò per tutta la vita, ma – sostiene Valentina Morassuti – non è l’unica chiave di lettura della sua opera. Lo scrittore bellunese era molto sensibile e attento alla natura, altro suo tema fondamentale. Dino sentiva la villa come casa sua vicino alle sue amate Dolomiti.

Buzzati e le Dolomiti di Belluno
“Esco dalla casa, attraverso il prato che c’è davanti, e mi volto. Tutte le estati, quando torno alla nostra casa di campagna qui a due passi da Belluno, al mattino esco, attraverso il prato che c’è davanti alla casa e mi volto. Allora vedo lo Schiara…guardo la montagna della mia vita… (Dino Buzzati, 1964)
Buzzati, un uomo tremendamente libero
Valentina Morassuti, che gestisce l’Associazione Culturale Villa Buzzati S. Pellegrino – il Granaio, racconta una storia di famiglia che non si legge sui libri. “Dino non è stato capito nella sua epoca per diversi motivi. Era molto riconosciuto in Italia come firma giornalistica, entrato a soli ventun anni al Corriere della Sera, già laureato in giurisprudenza come il padre. Ma i suoi libri non erano davvero compresi, era molto più riconosciuto in Francia e a livello internazionale. Per l’Italia dell’epoca era forse un uomo troppo poliedrico, ha scritto poesie, teatro, si è occupato di sport. Era un uomo tremendamente libero, parlava dell’amore e delle donne in modo che destava scalpore. Era fuori dagli schemi anche in famiglia, in realtà non così ombroso come si credeva, timidissimo.”

La passione per la montagna
“Aveva un forte legame con mia mamma con la quale condivideva la passione per la montagna e per la pittura” – continua la pronipote di Buzzati – “Mia mamma ha arrampicato molto con lo zio sulle vicine montagne e il legame che si crea in cordata è molto forte. Allora emergeva un Dino diverso, la sua timidezza scompariva, diventava più aperto e socievole. Diceva: “ho sognato montagne per tutta la vita”. Era come se si spogliasse da una specie di maschera che al Corriere aveva assunto, la maschera di un’austerità quasi militaresca che gli dava sicurezza ma quando si liberava da quest’auto-imposizione era più spontaneo… Era molto scherzoso con i ragazzi, faceva scherzi strani e battute nello spirito inglese difficili da capire per noi bambini. Era sempre molto gentile e cordiale. Il suo apparire così austero davanti alle telecamere era una barriera di protezione… A un certo punto non arrivò più da solo da Milano, ma con la moglie Almerina, che aveva 35 anni circa meno di lui, giovanissima, molto bella.”
Villa Buzzati celebra Dino Buzzati
Villa Buzzati, che si può visitare (la prima domenica del mese da aprile a ottobre su prenotazione www.villabuzzati.com) o anche rimanervi a dormire dato che ospita un piccolo b&b, accoglie diversi eventi per rendere omaggio all’autore de Il deserto dei Tartari e Barnabo dalle montagne, per non citare che due delle opere più famose di Dino Buzzati. Il 20/21/22 maggio un fine settimana dedicato alla cronaca nera con la presentazione del volume La Nera di Buzzati (splendida raccolta di articoli di cronaca nera del giornalista) e una visita culturale ai luoghi di Buzzati e alla biblioteca del Centro Studi Buzzati di Feltre; il 28/ 29 maggio weekend su Buzzati e il Giro d’Italia con letture sceniche e musica e una mostra dedicata alla bicicletta. Domenica 29 maggio visita del complesso architettonico della villa a cura dell’Associazione Matite in Viaggio per disegnare e scrivere speciali carnet di viaggio. Dal 4 al 12 giugno la settimana dedicata al cinema e alla letteratura; il 3 settembre protagonista il teatro con il monologo “il deserto dei Tartari”.
Il sentiero Buzzati
Il sentiero prealpino dedicato a Dino Buzzati ripercorre una delle passeggiate che più amava fare lo scrittore bellunese immerso nella natura che spesso ha ispirato la sua produzione letteraria. Il percorso, che prende avvio dalla casa natale di Buzzati, si snoda per circa otto chilometri tra boschi e prati con scorci sulla Valbelluna e le Dolomiti della Schiara e del Monte Serva. Da Giaon di Limana, dove si trovano case affrescate da artisti secondo i racconti di Buzzati, si riscoprono i luoghi che ispirarono il romanzo Il segreto del bosco vecchio e I miracoli di Val Morel. Si prosegue lungo un sentiero tra gli alberi e i capitelli della Via Crucis della Madonna di Paré fino all’omonimo santuario. Si segue quindi per Valpiana e il santuario di S. Pietro in Tuba dal quale si gode un magnifico panorama delle Dolomiti.
Un canyon spettacolare nelle Dolomiti di Belluno
A breve distanza da Belluno, il Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi (www.dolomitipark.it) presenta grande interesse per la varietà di ambienti che protegge e per l’ottima conservazione degli ecosistemi. All’interno del Parco si percorre a piedi tra pareti altissime il Bus del Buson, un impressionante canyon scavato nella roccia dal fiume Ardo. Si tratta di una forra fossile modellata dall’acqua che ha poi cambiato percorso. La bellissima escursione dura circa un’ora (raccomandate scarpe da trekking dato che il terreno è scivoloso). Si parte dalla località Case Bortot, a una quindicina di chilometri da Belluno raggiungibile in automobile. Da non perdere.

Belluno, il centro storico
Raccolto e piacevole da visitare a piedi, il centro storico di Belluno ha il cuore in piazza dei Martiri, salotto della città. Da vedere piazza del Duomo sulla quale si affacciano il duomo con un bel campanile barocco progettato dall’architetto Filippo Juvarra, la Torre civica e il Palazzo dei Rettori. L’edificio, dalle forme del rinascimento veneziano, ornato da busti e stemmi dei rettori veneziani, è testimonianza del dominio della Serenissima nel cuore politico e religioso di Belluno. La torretta è una copia della celebre Torre dei Mori in piazza San Marco a Venezia. Piazza del Mercato sorge sul luogo dell’antico foro romano mentre via Mezzaterra, già asse del castrum romano, è l’arteria principale della città caratterizzata da palazzetti di tipo veneto. Nel Museo Civico in piazza del Duomo da vedere la sala degli Spadai, relativa alla produzione di armi bianche che fiorì nel territorio bellunese raggiungendo il massimo sviluppo nei secoli XVI-XVII.
Il Michelangelo del legno
Nato a Belluno in via Mezzaterra, lo scultore Andrea Brustolon è tra i bellunesi illustri e alcune sue opere sono esposte a Roma nel Palazzo del Quirinale. Definito il “Michelangelo del legno” dallo scrittore Honoré de Balzac, utilizzava prevalentemente il cirmolo, facile da reperire e morbido da intagliare. L’eccezionalità della sua opera è quella di avere scolpito in legno opere che sembrano realizzate in marmo tra le quali due bellissimi angeli reggi-lampada nella chiesa di Santo Stefano e due grandi pale d’altare nella chiesa di San Pietro. Da vedere.

Gastronomia di Belluno
I piatti del territorio sono sfiziosi e nutrienti. Si assaggiano fagioli Gialet con funghi porcini e cialda al formaggio Piave, tartare di trota dell’Alpago, pappardelle al mirtillo con ragù di cinghiale, risotti alle erbe, canederli con crema di cavolo viola e speck, capriolo in umido con polenta di mais sponcio (tipico della Valbelluna), formaggio skiz in padella, pastin (carne trita di maiale e manzo simile alla salsiccia e speziata), pasta e fagioli. Immancabile lo strudel alle mele con panna montata.
Dormire e mangiare
Suite Hotel Astor
Piazza dei Martiri 26/E, tel. 0437.943756
Un albergo a quattro stelle nel centro storico della città con vista sulle Dolomiti e magnifica terrazza protesa sul Piave e la sua valle dove si può pranzare nella bella stagione.
B&B Villa Buzzati
Tel. 0437.926414 e 333.6486024
Via Visome 18
Due camere e un appartamentino nella mansarda affacciati sul giardino della villa e sulle montagne della Valbelluna.
Guest House e ristorante Al Borgo
Via Anconetta 8, tel. 0437.926755
Tre camere all’interno di una villa del XVIII secolo appartenuta ai Doglioni, antica famiglia di Belluno, con magnifico giardino. Arredi in legno impreziositi da opere d’arte di artisti locali. Al ristorante risotti ai funghi, crespelle al luppolo, casunziei alle rape rosse, minestre d’orzo, tagliatelle con pernice rossa e porri, formaggi bellunesi con mostarde, polentina calda con fonduta al formaggio.