Chi non conosce Bansky? Chiunque si sia imbattuto in un Millennial, sarà stato introdotto a uno degli artisti di strada più celebri del mondo. Un mito, un mistero almeno fino a poco tempo fa dato che nessuno ne conosceva l’identità, che ora, forse, è stata svelata. Nessuno lo aveva mai visto in faccia, ma quasi tutti si erano trovati faccia a faccia con almeno una delle sue opere murali, disseminate nel mondo. Artista, writer e regista inglese reputato tra i massimi esponenti della Street Art, Bansky sostiene che il posto dell’arte sia fuori, per strada, tra la gente. Sostiene l’arte pubblica, lo spazio pubblico: Pubblic Art and Pubblic Space.
Cos’è realmente la Street Art? Arte che fa vivere la strada, coinvolge, rivitalizza gli spazi pubblici, arte di rottura di artisti che la producono perlopiù illegittimamente. La Street Art è un mondo a sé, dai contorni indefiniti per i non addetti ai lavori. In questo articolo racconto gli interventi di Bansky a Manhattan, New York, e l’apertura a Milano del MAUA, nuovo “museo” diffuso di Street Art, che apre la strada alla conoscenza di questa forma di arte urbana.
Bansky a Manhattan
Il bellissimo filmato Bansky Does New York Movie, prodotto nel 2014 da HBO, è il racconto visivo dei trentun giorni di residenza dell’artista a New York, quando realizzò un’opera al giorno come aveva promesso. Nessuno sapeva dove avrebbe creato il mural del giorno, nessuno sapeva quando, quindi si scatenò una vera e propria caccia al tesoro nella Grande Mela con i tempi strettissimi che imponeva il fatto che i graffiti venivano rapidamente coperti, cancellati o imbiancati e chi voleva vederli doveva arrivare prima del misfatto. Sono persino nati gruppi che si adoperavano per sistemare le opere di Bansky rovinate.
Nel documentario Chris Moukarbel analizza la reazione della gente al progetto dell’artista Better Out Than In e segue il percorso dei lavori creati segretamente ogni giorno da Bansky dal Lower East Side Manhattan fino a Staten Island, da Williamsburg a Willets Point. Le persone intorno alle sue opere risultavano felici, gioiose, si facevano fotografare, assumevano pose e la loro reazione diventava parte dell’opera in una sorta di performance. Dove? In luoghi dove difficilmente sarebbero andati i galleristi, luoghi dove anche la gente comune non va mai come a Chelsea, che pullula di gallerie d’arte, sotto un ponte.
Arte effimera di un artista inafferrabile. Bansky non firma le sue opere, ma le fotografa e le colloca sul suo sito web così “Internet diventa come un muro pieno di graffiti”. Etica, politica e cultura sono i suoi temi, la sua attenzione va agli argomenti trascurati, le sue opere sono spesso molto serie e profonde. Nessuno ha scritto che Bansky era a New York, la stampa non ne ha parlato. La polizia lo cercava accusandolo di vandalismo, ma solo l’ultimo giorno è riuscita a catturare Bansky, il Bansky gonfiabile che era la sua ultima opera (www.bansky.co.uk).
Qui il trailer del film:
Street Art a Milano

Da New York a Milano, che finora non era stata inclusa nei circuiti delle metropoli con un patrimonio diffuso e di qualità di arte murale: Il 17 dicembre ha “aperto” ufficialmente il MAUA, museo a cielo aperto che, in cinque quartieri della città fuori dal centro, presenta 50 opere selezionate di street art, che portano a esplorare nuove aree urbane. Nella fase progettuale sono stati coinvolti ragazzi e abitanti dei quartieri interessati che hanno selezionato numerose opere, poi mappate e fotografate per arrivare alla selezione finale. Quindi sono stati coinvolti 50 giovani animation designer che hanno animato i lavori degli street artist grazie alla realtà aumentata, da cui il nome di Museo di Arte Urbana Aumentata.
Chi visita il MAUA può selezionare le opere e, grazie a una mappa, costruire il proprio percorso in maniera indipendente oppure seguire gli itinerari guidati e, scaricando l’apposita app (BePart), continuare l’esperienza in forma digitale. Ecco un museo che racconta il nostro tempo e i luoghi dove la gente, a parte gli abitanti, perlopiù non va.

Una new entry
Nel percorso espositivo del MAUA è entrato il Madama Museum, parte del Madama Hostel (www.madamahostel.com ) nel quartiere Ripamonti, in piena fase di rinnovamento, con 15 opere di artisti e writer di fama internazionale che decorano la maggior parte degli spazi comuni e le camere.
Il MAUA in pratica
In programma per tutto l’anno gli itinerari nei quartieri di Niguarda-Bovisa, Giambellino-Lorenteggio, Corvetto-Chiaravalle-Porto di Mare, Qt8-Gallaratese. Gratuiti e prenotabili su www.mauamuseum.com
Ho visto “Bansky Does New York” da te segnalato, interessantissimo. A me piace molto Toxic (http://toxtds.com/) artista di strada formatosi insieme a Jean-Michel Basquiat, oggi esposto in musei e gallerie. Attendo il prossimo articolo.
Interessante, grazie, non conoscevo Toxic e mi hai sicuramente invogliato a scoprirlo. Inizia a dipingere giovanissimo, ho visto!
È una cosa che amrei fare avendone il tempo: aggirarsi per la città a fotografare e ” geolocalizzate” le opere di pregio per magari costruire un percorso per una Milano alternativa
Francesca,
ti segnalo la mappa della street art a Firenze
https://www.google.com/maps/d/viewer?mid=1FEPuXN9g0dXGpm-647bfqDBMWto&ll=43.78178810718298%2C11.24760480000009&z=13
e relativo articolo di Repubblica
http://firenze.repubblica.it/tempo-libero/articoli/cultura/2018/03/13/news/street_art_firenze-191158597/
Grazie mille!