Ravenna

 

È sempre una grande emozione visitare Ravenna e i suoi tesori, anche per chi ci è già stato. Sono meravigliosi i monumenti paleocristiani, otto dei quali dichiarati Patrimonio mondiale dell’umanità dell’Unesco. I mosaici negli edifici sacri del V-VI secolo sono tra i più spettacolari in Italia insieme a quelli che si ammirano in alcune chiese romane meno conosciute (http://blogfrancescapiana.it/a-roma-tre-volte-nella-vita/). Una giornata è poco per gustare appieno i tesori nell’esteso centro storico chiuso al traffico, tanto più che ci sono solitamente code per visitare i siti più noti. Un fine settimana offre tempi più adatti ai ritmi ravennati e, oltre al nutrimento dello spirito, quello del corpo con la gustosissima gastronomia romagnola.

 

Dopo l’emergenza

 

Guardiamo avanti. Se anche per il momento dovete accontentarvi di leggere, quando potremo nuovamente muoverci a piacere e senza rischi, vi invito a riscoprire l’Italia e il suo incredibile patrimonio monumentale, per almeno due buone ragioni: città e cittadine appariranno ancora più belle agli occhi di chi ne è stato deprivato durante l’emergenza sanitaria. Inoltre, saranno uno spettacolo nuovo in quanto certamente molto meno frequentate da quell’orda turistica che le deturpava con numeri inadeguati all’ambiente. Riscoprite la gioia di passeggiare per le vie e di sostare nelle nostre piazze, che all’estero ci invidiano e ci copiano artificialmente. Fermatevi per un caffè, un aperitivo o per il dolce far niente. Vi accompagnerò a riscoprire luoghi della nostra Penisola, che forse già conoscete, ma dove è piacevole ritornare.

 

In attesa delle prossime aperture

 

Dedicherò un secondo articolo a Ravenna appena saranno comunicate le date di apertura del Museo Byron a Palazzo Guiccioli e delle due mostre dedicate a Dante Alighieri per il settimo centenario della morte del poeta previste per gli ultimi mesi dell’anno.

 

 

Piazza del Popolo

 

La dominazione veneziana in città durò poco più di sessant’anni lasciando scarse tracce. Il fulcro di quello che fu il potere veneziano è piazza del Popolo, dove sorge il Palazzo comunale merlato, che sfoggia due colonne del 1483 che evocano quelle in piazza San Marco a Venezia. Nella piazza anche il ben conservato Palazzetto veneziano, del 1444, con un bellissimo portico le cui colonne sono sormontate da capitelli del VI sec. che recano il monogramma di Teodorico, re degli Ostrogoti che conquistò la città nel 493.

 

 

Ravenna capitale dell’Impero romano d’Occidente

 

Sapete che a Ravenna terminò la lunga storia dell’Impero romano d’Occidente la cui capitale era stata spostata da Roma a Milano dove rimase per tutto il IV secolo? Nel 402 d.C. l’imperatore romano Onorio la trasferì a Ravenna già che Milano era minacciata dai Goti. Alla sua morte nel 423 la sorella Galla Placidia prese le redini dell’impero facendo le veci del giovanissimo figlio Valentiniano III. Ravenna rimase capitale fino al 476 quando il generale barbarico dell’esercito romano Odoacre depose Romolo Augustolo, l’ultimo imperatore romano d’Occidente. Nel 493 Teodorico, re degli Ostrogoti, conquistò la città. Il suo regno fu un periodo di pace. Teodorico aveva studiato con i migliori maestri del tempo a Costantinopoli, un centro culturale di primo piano dove era stato mandato assai giovane come ostaggio. Sotto il suo regno Ravenna si impreziosì di monumenti, palazzi e chiese di grande pregio. Pochi anni dopo la morte di Teodorico, la città fu conquistata dai Bizantini il cui imperatore Giustiniano mirò a riportare a Ravenna i fasti dell’impero romano strizzando l’occhio a Costantinopoli e arricchendo la città di pregevoli testimonianze di arte bizantina.

 

 

La basilica di San Vitale

 

Realizzata tra il 525 e il 547, a pianta ottagonale con l’esterno in laterizi, è una basilica imponente, dall’impianto già bizantino con forme architettoniche che guardano a Costantinopoli. Ma è soprattutto l’interno a fare colpo: coronato da cupola nella parte centrale, con bellissimi mosaici pavimentali dell’epoca di Giustiniano, è spettacolare nell’articolata concezione spaziale con grandi esedre e ampi volumi. Vero tesoro sono i mosaici nel presbiterio e nell’abside che rappresentano sui lati Evangelisti, Profeti e scene del Vecchio Testamento. Nel catino dell’abside sono il Redentore, raffigurato giovane secondo l’iconografia della prima età cristiana, tra S. Vitale riccamente abbigliato all’orientale e il vescovo Ecclesio. Tali decorazioni musive, realizzate nel secondo quarto del sec. V, presentano un’impronta ancora classica. I mosaici nell’abside in basso, celebri e presenti in tutti i manuali di storia dell’arte, testimoniano invece l’evoluzione dal realismo dell’arte musiva tardoclassica allo stile bizantino. Da un lato sono raffigurati Giustiniano e il suo corteo di dignitari, religiosi e soldati e, sulla parete opposta, l’imperatrice moglie di Giustiniano Teodora e il suo seguito di dame in abiti ricchi e raffinati. Le figure di Giustiniano e Teodora sono rappresentate nel modo fisso e frontale tipico dell’arte bizantina che, idealizzandole, mira a coglierne il significato sacro, divino. Anche il fondo d’oro vuole dare il senso di un’ambientazione ultraterrena e legare simbolicamente Dio, Costantinopoli e Ravenna.

 

 

Ravenna, mosaici
S. Vitale: il mosaico nel catino dell’abside che raffigura il Redentore

 

 

 

L’imperatrice Galla Placidia

 

La principessa imperiale Galla Placidia, figlia e nipote di imperatori e sorellastra dell’imperatore Onorio, venne rapita a Roma dal re barbaro Alarico. Quando il re morì, il suo successore Ataulfo la portò con sé, se ne innamorò e la sposò. Dopo molte vicissitudini, Galla Placidia fu restituita a Roma, dove sposò un generale romano. A seguito della morte del marito e del fratello Onorio, Galla Placidia riuscì a collocare sul trono d’Occidente il figlio Valentiniano III governando al suo posto, data la sua giovane età, l’impero già in fase di avanzata decadenza. Oggi il mausoleo di Galla Placidia, separato da una zona verde da San Vitale, è il più emozionante tra gli spettacolari monumenti ravennati rivestiti da mosaici.

 

 

Mausoleo di Galla Placidia
Mausoleo di Galla Placidia

 

 

Il mausoleo di Galla Placidia

 

 

Leggete quello che vi interessa prima di entrare. Una volta entrati, disporrete di soli cinque minuti (il tempo di visita è contingentato) di pura contemplazione. Il mausoleo di Galla Placidia è un piccolo edificio di straordinaria bellezza eretto intorno al 425/26 come sepolcro per Galla Placidia la quale, però, fu sepolta a Roma. Di grande semplicità all’esterno, è all’interno completamente rivestito da marmi nella zona inferiore e nella parte superiore da splendidi mosaici in pasta vitrea, che ricoprono pareti, archi, lunette e cupola. Le finestre sono chiuse da lastre di alabastro e nell’ambiente, raccolto e intimo, sono custoditi tre antichi sarcofagi. Sono le decorazioni musive e lo splendore del loro colore blu dominante a lasciare senza fiato. Anteriori al 450, probabilmente le più antiche della città, raffigurano gli Apostoli, il martirio di S. Lorenzo, il Buon Pastore sulla lunetta della parete d’ingresso oltre a motivi naturalistici e geometrici. Da notare i due magnifici cervi che si abbeverano, l’acqua essendo simbolo di salvezza e vita eterna alla quale il mausoleo fa riferimento. Affascinante la cupola dove è riprodotto un cielo notturno stellato con ai quattro lati i simboli degli Evangelisti e al centro la croce. Si apprezza la qualità artistica di un’epoca di transizione, che al repertorio figurativo tardoclassico sostituisce i simboli cristiani. Può essere interessante seguire una visita guidata.

 

 

Mausoleo di Galla Placidia, mosaici
Mosaici nel Mausoleo di Galla Placidia

 

 

 

 

Ravenna
Un cervo nei mosaici del Mausoleo di Galla Placidia

 

 

 

Il battistero Neoniano o degli Ortodossi

 

 

Costruzione ottagonale in laterizi, iniziato probabilmente all’inizio del V secolo e completato con la decorazione musiva sotto il vescovo Neone poco dopo il 450. All’interno la cupola è ricoperta da splendidi mosaici divisi in tre zone: il Battesimo di Gesù nel Giordano con il fiume personificato da un vecchio, gli Apostoli e figurazioni simboliche di altari e di troni cruciferi. Al centro un fonte battesimale del Cinquecento con marmi antichi.

 

 

Il battistero degli Ariani

 

 

È probabilmente il primo edificio di culto eretto da Teodorico tra la fine del V e l’inizio del VI sec. Esternamente in laterizi, ha pianta ottagonale con una piccola cupola rivestita da un pregevole mosaico coevo raffigurante il battesimo di Cristo e intorno i dodici Apostoli (immagine di apertura dell’articolo). È l’unico battistero giunto fino a noi dalla tarda antichità dedicato al culto ariano (la fede cristiana dei Goti) la cui decorazione musiva è testimonianza della differenza con la religione ortodossa. Era presumibilmente il battistero della vicina cattedrale dello Spirito Santo, ariana al tempo di Teodorico, che aveva cercato una coesistenza pacifica tra cattolici e ariani, passata nel VI sec. al culto cattolico.

 

 

 S. Apollinare Nuovo


 

La chiesa fu fatta erigere da Teodorico per gli ariani e in seguito consacrata al culto cattolico. L’interno è a tre navate con soffitto a cassettoni dorati del Seicento. Le pareti della navata mediana sono rivestite di splendidi mosaici su fondo oro suddivisi in tre zone: nelle due superiori sono scene della vita di Cristo e dei Santi e Profeti, di epoca teodoriciana e di gusto tardoclassico. La zona inferiore con le processioni dei Martiri, che muovono da Ravenna verso Gesù in trono tra angeli, e quella delle Vergini che, precedute dai Magi, muovono dalla città di Classe (il grande porto militare di Ravenna, riconoscibile dalle navi) verso la Madonna col Bambino, risalgono alla metà del VI secolo. La fattura di tali decorazioni musive è tipicamente bizantina: i martiri e le vergini sono figure statiche, frontali, atemporali, che evocano caratteristiche divine.

 

 

 

S. Apollinare Nuovo
Mosaici in S. Apollinare Nuovo: i Magi

 

 

 

S. Apollinare Nuovo
Mosaici in S. Apollinare Nuovo: la processione delle Vergini

 

 

 

La domus dei Tappeti di Pietra

 

Interessante sito archeologico, in via Barbiani vicino a S. Vitale (ingresso dalla chiesetta di S. Eufemia), che in una sala sotterranea conserva di un palazzetto bizantino del V-VI secolo le pavimentazioni in mosaico, decorate con elementi geometrici, floreali e figurativi, di grande qualità.

 

 

La rocca di Brancaleone

 

A un paio di chilometri dal centro la rocca di Brancaleone, eretta dai veneziani intorno alla metà del Quattrocento per controllare militarmente la città, ha forma quadrangolare. In realtà, è costituita da due corpi: la rocca vera e propria, munita di quattro torrioni cilindrici, e la cittadella con due torrioni circolari e due semicircolari. È l’edificio più importante del periodo veneziano in città.

 

 

Il mausoleo di Teodorico

 

Poco oltre la rocca di Brancaleone, il mausoleo di Teodorico fu fatto erigere dal re ostrogoto poco dopo il 520. La costruzione in pietra d’Istria si erge isolata, con cupola in un sol blocco calcareo. All’interno un locale cruciforme in basso e un ambiente circolare al primo piano con una vasca di porfido rosso che in origine dovette contenere le spoglie del re.

 

 

Cappelletti, passatelli e castrato

 

Come è noto, la gastronomia romagnola è ricca, le porzioni sono sempre abbondanti e il piacere della tavola insostituibile. Tra primi piatti si assaggiano i cappelletti al ragù, i passatelli in brodo, i cappellacci verdi, i tortelli di magro giganti, come anche le tagliatelle, le lasagne, i tagliolini alle vongole, la piada (o piadina) al posto del pane sulla tavola oppure ripiena. Tra i secondi lo stinco al forno, il coniglio in umido, la gustosissima braciola di castrato di agnello alla griglia, il pesce azzurro, le vongole, le cozze. I vini non sono da meno a partire dall’Albana di Romagna e il Sangiovese di Romagna. Al Mercato coperto (www.mercatocopertoravenna.it), in piazza Andrea Costa, che risale al 1922 ma è stato ristrutturato in chiave contemporanea, fa un salto anche chi non vuole fermarsi a mangiare per bere un bicchiere, esplorare la libreria o sostare nella grande area di lettura e relax al primo piano.

 

 

Fuori città: Classe

 

Si visitano il sito archeologico di Classe (www.parcoarcheologicodiclasse.it) con i resti dell’impianto portuale, uno di più importanti del mondo romano e bizantino, risalente al V secolo. Bellissima la pineta e il lido di Classe, che fanno parte del Parco Regionale del Delta del Po. A otto chilometri dal centro di Ravenna è la maestosa basilica di S. Apollinare in Classe, consacrata dal vescovo Massimiano nel 549, riconosciuta Patrimonio mondiale dell’umanità dell’Unesco. Considerato il più grandioso esempio di basilica paleocristiana, ha l’interno suddiviso in tre navate da colonne in marmo greco con capitelli bizantini a foglie d’acanto. Splendidi mosaici tra i quali nel catino absidale la raffigurazione di Sant’Apollinare sullo sfondo di un prato verde.

 

 

Informazioni turistiche

www.turismo.ra.it

 

2 pensiero su “Rivedere Ravenna”
  1. Espléndido reportaje. A pesar de haber estado varias veces en Italia, no conozco Ravena. Hasta el día de hoy que tuve la sensación de haberla conocido a través de los ojos de esta inteligente y bien documentada periodista. Desde ya me inscribiré en su blog. Gracias Francesca

    1. Gracias Miguel, me alegro de que ya tengas ganas de conocer la pequena y maravillosa Ravenna, cuando sera posibble.

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