Un località tanto nota (dal punto di vista balneare) da essere sconosciuta (dal punto di vista culturale): ecco Rimini, il luogo comune dei luoghi comuni della vacanza, che cela un numero sorprendente di istituzioni culturali. Fino al 15 luglio nei luoghi più suggestivi della città, che ha parecchia storia alle spalle anche se è sconosciuta ai più, si svolge la Biennale del Disegno (www.biennaledeldisegnorimini.it), manifestazione unica in Italia nel suo genere giunta alla terza edizione nel 2018. Oltre 30 esposizioni di grande rilievo per qualità e quantità di opere esposte sono allestite nel centro storico, che sorge sui resti di quella che fu un’importante città romana. È una bella occasione per andare oltre i luoghi comuni che vedono Rimini, regina della Riviera romagnola, snobbata dai frequentatori delle città d’arte della cosiddetta Italia minore. Rimini propone l’antitesi del viaggio massificato contemporaneo:va in scena il riscatto della cultura agevolato, nel caso della Biennale del Disegno, dal costo ridottissimo del biglietto (10 euro), che consente l’accesso a tutte le mostre durante tutto il periodo. Con tanto di fuori Biennale rappresentata dalle oltre 40 location del Circuito Open che coinvolge con piccole esposizioni studi di architettura, gallerie d’arte, librerie e altri luoghi della città, che parla per voce multipla la lingua dell’arte.


Dalla città romana all’età moderna
Pochi conoscono Rimini, città storica. Tuttavia, la Rimini illustre del passato merita di essere scoperta. La città antica è (anche) fisicamente separata dalla ferrovia dal litorale e da quella che fu un’elegante località di villeggiatura d’elite soprattutto all’inizio del Novecento. Il Tempio Malatestiano, capolavoro artistico del primo Rinascimento e principale monumento della città, già chiesa di S. Francesco, fu completamente trasformato da Leon Battista Alberti chiamato da Sigismondo Malatesta, signore di Rimini che volle a corte alcuni tra i maggiori artisti dell’epoca. Entrate nella chiesa anche se non siete esperti d’arte almeno per vedere il Crocifisso giottesco, che misura quattro metri di altezza ma non lo dà a vedere, e l’affresco staccato di Piero della Francesca raffigurante Sigismondo Malatesta in preghiera davanti a S. Sigismondo. Per scoprire le testimonianze archeologiche della Ariminum romana, dalla vicina piazza dei Tre Martiri, già foro romano, seguendo corso di Augusto, già decumano, si raggiunge il ponte di Tiberio, crocevia di due importanti strade romane, la via Emilia e la via Popilia (oggi nota con il nome medievale di via Romea). Oggetto di un recente rinnovamento urbanistico, Rimini ha accostato interventi contemporanei a monumenti antichi. Presso il ponte di Tiberio si trovano un bellissimo mural di Ericailcane raffigurante un gallo che affronta un pavone e, assai dissimulato, il mural di Eron, riminese di fama internazionale che nelle sue opere Soul of the Wall riflette sulle radici culturali dell’Italia e dei suoi tesori. Presso il ponte è stata anche ricavata la cosiddetta piazza sull’Acqua, inaugurata di recente recuperando un’area poco vivibile trasformata in uno spazio comune. All’estremità opposta di corso di Augusto, l’Arco di Augusto, del 27 a.C., che era il principale ingresso in città lungo la via Flaminia proveniente da Roma.


La Biennale del Disegno
Dal Museo della Città a Castel Sismondo, da palazzo Gambalunga alla Casa del Cinema Fulgor, dalla Fabbrica Arte Cultura (FAR), la prima vera galleria di arte moderna e contemporanea della città, alla Domus del Chirurgo sono di grande pregio i luoghi che accolgono le esposizioni della terza edizione della Biennale. Il titolo della manifestazione, Visibile e invisibile, desiderio e passione, racconta il disegno come luogo di passaggio tra l’idea e l’opera, tra visibile e invisibile. Dal disegno antico e moderno al fumetto, dalla calligrafia al disegno di architettura, dalla grafica alla pittura, dalla street art al cinema fino agli spartiti musicali illustrati, sono oltre 30 le mostre, assai diversificate e adatte a pubblici diversi per cultura, gusti ed età. Ma veniamo al senso della Biennale del Disegno cogliendone il segno nelle parole dell’artista Davide Benati (la cui mostra è alla FAR), che dice:”un disegno su carta bianca è un atto fondante, dice cosa guardi e come lo guardi, è il gesto che dà inizio”. La Biennale si ispira all’interesse per il disegno, settore originario di ogni espressione artistica, che si sta riattivando, ma era privo nel nostro Paese di un focus così vasto, destinato a crescere.


L’arte del disegno dal passato al contemporaneo
Da vedere a Castel Sismondo, la rocca malatestiana della città, le 66 incisioni di un ottantasettenne Pablo Picasso, “Le Celestine”, realizzate per illustrare la tragedia satirica di Fernando Rojas (del 1499), che restituiscono il suo immaginario erotico e onirico. Di Federico Fellini, che al grande pittore iberico aveva dedicato tre sogni, raccontati e schizzati nel “Libro dei sogni”, sono esposti 42 disegni erotici (anche inediti appartenenti a una collezione privata). Al Museo della Città, allestito nel grandioso complesso dell’ex convento dei Gesuiti, molto interessante l’esposizione su “Guercino e il caso del Falsario“, che con oltre 100 opere mette a confronto i disegni di Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino, e quelli di un falsario, che visse intorno alla metà del Settecento e trasse in inganno collezionisti e musei fino a tutto l’Ottocento. Da vedere anche “Fortunato Duranti. Le Carte della Follia“: 90 disegni inediti di un artista geniale e visionario che produsse le opere più significative nei cosiddetti anni della follia, dal 1820, dipingendo soggetti mitologici, biblici e religiosi che appaiono di grande modernità. L’epoca contemporanea è ben rappresentata nel “Cantiere Disegno “, nell’Ala nuova del Museo, che espone opere di 50 artisti in uno spazio vasto e bellissimo, “come un grande foglio bianco” su tre piani ognuno dei quali affidato a un diverso curatore. In piazza Cavour, la principale piazza cittadina, alla Fabbrica Arte Rimini (FAR) si apprezzano tra altre le opere di Davide Benati, Vanessa Beecroft e del designer automobilistico Davide Arcangeli. A Palazzo Gambalunga, nelle splendide sale della biblioteca del Seicento, in dialogo con le opere librarie le opere di Giorgio Morandi, Franco Pozzi e altri artisti che hanno usato la polvere come rappresentazione pittorica.


La Casa del Cinema Fulgor
Per la Biennale del Disegno i due piani superiori di palazzo Valloni, che ospitava il cinema Fulgor dove Fellini, che lo frequentava da ragazzo, si era probabilmente innamorato della settima arte, accolgono mostre curiose e appassionanti: dagli straordinari fumetti di Sergio Toppi, 289 tavole con storie complete che non si possono vedere altrove in quanto di collezione privata, a quelli di Filippo Scozzari, avanguardia negli anni 1970, dai 100 disegni raffiguranti animali reali e fantastici dello street artist Ericailcane – 50 dei quali realizzati dall’artista bambino e, accostati, altri 50 ridisegnati dall’artista maturo – alla mostra dedicata alla Scuola del Bornaccino, che celebra il maestro e artista Federico Moroni, la cui scuola-officina d’arte divenne un caso internazionale. Al pianterreno del palazzo che accoglierà entro un paio d’anni una parte del museo dedicato al regista riminese, la sala Fellini è appena stata riaperta al pubblico dopo la ristrutturazione realizzata dallo scenografo premio Oscar Dante Ferretti: se volete vederla com’era, rivedete Amarcord. Da vedere anche il film Che strano chiamarsi Fellini nel quale Ettore Scola evoca ricordi e frammenti di vita dell’amico regista dedicato al quale, nel cimitero riminese, si trova il monumento funebre realizzato da Arnaldo Pomodoro. La città che diede i natali a Fellini invita a passeggiare nel Borgo San Giuliano, dove si trovano numerosi murales che si ispirano a scene di film felliniani, termine che il regista commentò, con l’usuale arguzia: “avevo sempre sognato da grande di fare l’aggettivo”.

Dove mangiare
La Marianna. Trattoria di mare, viale Tiberio 19, Borgo San Giuliano, tel. 0541.22530.
A pochi passi dal ponte di Tiberio, propone i piatti tradizionali del pescato riminese. Specialità della casa è la polenta bramata con vongole “poveracce”, ottimi i cappelletti del prete ripieni di ricotta e crostacei con mazzancolle e carciofi, il pesce in tutte le forme e qualità, dai sardoncini ai rombi chiodati, dai frutti di mare autoctoni, curata la carta dei vini, eccellenti i sorbetti.
Casina del Bosco, viale Antonio Beccadelli 15, tel. 0541.56295
Piadine di moltissime varietà, salate, dolci, vegetariane e vegane, prodotte con farine biologiche.
Al meni
23 e 24 giugno, piazzale Fellini, www.almeni.it
Al meni, che significa “con le mani”, è l’evento pensato dallo chef Massimo Bottura dove grandi chef per due giorni si trasformano in cuochi di strada. Assaggi di alta cucina a basso costo.
Dove dormire
Hotel Duomo, via Giordano Bruno 28, tel. 0541.242115/6, www.jsh-hotels.com
Firmato dal designer israeliano Ron Arad, è uno spazio di design che gioca su illusioni ottiche e distorsioni con materiali alternativi quali corian, acciaio inossidabile, pvc, bronzo, teak. Il colore è declinato nelle sue varianti più intense e optical. 4 stelle nel centro storico.
Grand Hotel Rimini, Parco Federico Fellini, tel. 0541.56000 www.grandhotelrimini.com
110 anni di storia dal 1908, dichiarato monumento nazionale nel 1994. Speciali promozioni per soggiornare nell’hotel amato da Federico Fellini. 5 stelle lusso.
Al Borgo. Casa Vacanze, Borgo San Giuliano, www.alborgocasavacanze.it

Molto interessante e completo , tante idee interessanti per un viaggio a Rimini alternativo.
Mi fa piacere che gli spunti siano utili e consiglio davvero questo piccolo, ma prezioso viaggio in una località italiana trascurata dal punto di vista culturale.