Dimenticatevi l’automobile, a Bolzano andate in treno. Se giungete da Trento, si costeggiano pareti rocciose impressionanti. Il panorama fa già bene, la montagna vi avvolge. Scendete dal treno alla stazione ferroviaria di Bolzano e in meno di quindici minuti in funivia salite dal centro città a Soprabolzano, sull’Altopiano del Renon, dal quale si gode una vista indimenticabile delle Dolomiti con il massiccio dello Sciliar e l’Alpe di Siusi. Il percorso è slow e domina i vigneti della conca di Bolzano, le corse sono ogni quattro minuti fino alle 23. Per un lungo weekend, o meglio per una settimana, di puro benessere psicofisico.
Passeggiate per tutti sull’Altopiano del Renon
L’uomo contemporaneo “dimentica” facilmente il proprio corpo, ha difficoltà a lasciare andare i pensieri, controlla, o crede di farlo, tutto con la mente. Se è vero che “camminare è un modo per misurare le cose attraverso il proprio corpo”, sull’altopiano sopra Bolzano tutti, ma proprio tutti, possono beneficiarne. Le passeggiate sono dolci come solo in Trentino Alto Adige sanno essere, pianeggianti e costellate di panchine. Tutti possono camminare da queste parti, famiglie, bambini, nonni.

Le piramidi di terra
Sull’Altopiano del Renon in diverse località si trovano “piramidi di terra”, che si sono formate nel corso di migliaia di anni. Sono le più alte e quelle dalle forme più belle d’Europa. I pinnacoli sono costituiti da coni di materiale morenico su ciascuno dei quali poggia un grande masso dando luogo a strutture suggestive. Se ne trovano in diverse località dell’Altopiano quali la valletta di Rio Rivellone presso Soprabolzano.
L’Altopiano del sole
L’Altopiano del Renon, a un’altitudine media di 1000 metri, è in posizione talmente soleggiata che diversi alberghi chiudono nell’alta stagione invernale tra gennaio e febbraio quando la neve in questa zona non resiste alle temperature elevate. Per questo il pianoro è chiamato l’”Altopiano del sole”, percorso da oltre trecento chilometri di sentieri, che dai vigneti a valle salgono fino ai 2200 metri del Corno del Renon. I panorami sono spettacolari. Camminare fa bene, si sa, ma anche oziare per recuperare energie psicofisiche. La natura ricarica: lo diceva già Freud di cui seguiamo le tracce.

Sigmund Freud sull’Altopiano del Renon
Il più illustre villeggiante del soleggiato pianoro sopra Bolzano è stato Sigmund Freud, che venne a cercare la tranquillità. All’inventore dell’inconscio è dedicata la passeggiata di Freud che da Soprabolzano in poco più di un’ora di camminata lenta e piacevole attraverso boschi e prati raggiunge Collalbo. Per il ritorno si può prendere il trenino del Renon, che in una ventina di minuti riporta a Soprabolzano, ultima corsa alle ore 23.

La passeggiata di Freud
La Freud-Promenade (www.freud-promenade.it), la prima passeggiata dedicata al fondatore della psicoanalisi, è stata ideata da Francesco Marchioro, saggista, studioso ed esperto di psicanalisi, che risponde ad alcune domande.
Come nasce l’idea della Passeggiata di Freud?
La Passeggiata di Freud è stata inaugurata il 6 maggio 2006 per celebrare i 150 anni dalla nascita di Freud. La mia idea e il progetto miravano a incontrare il genio di Freud nella natura, che diviene spettacolo di bellezza e di dialogo e arte dell’equilibrio. La metamorfosi è la forza del bosco nel senso della capacità di trasformare qualcosa che esiste già in noi, ma si presenta e si ritrae, accoglie erespinge, ripara e rigetta. La Promenade è un invito a lasciarsi coinvolgere dal naturale con una disposizione d’animo aperta come aveva Freud. Chisale suimonti,scendetrasformato.
Che tracce di Freud si trovano lungo la passeggiata?
Ci sono tredici panche, disegnate dagli architetti David e Verena Messner, che riportano ognuna un aforisma tratto dall’opera di Freud. Si tratta di un invito alla sosta, a privilegiare l’immaginazione, l’intelligenza inconscia che emerge nei sogni o nelle fantasie a occhi aperti. La panca ci dà il tempo di perdere tempo. È un punto di vista sul mondo, un inaspettato osservatorio antropologico. Non è un oggetto solo decorativo, ma è intelligente, visionaria, è una macchina visiva che orienta sguardi e stati d’animo. Le panchine tacciono, ma comunicano, accolgono, ammoniscono. Sono il luogo ideale per entrare in contatto con se stessi e recuperare l’intimo contatto con la natura.

Quando è giunto Freud sull’Altopiano del Renon?
Ad arrivare per primi sul Renon nel luglio 1911 furono la moglie Martha con le figlie Mathilde, Sophie e Anna, i figli Oliver, Ernst e Martin e la cognata. Freud li raggiunse all’inizio di agosto e rimase a Collalbo fino a metà settembre. Freud era un appassionato camminatore come narra il figlio Martin nel suo libro Mio padre Sigmund Freud dove scrive: «Dopo pranzo faceva spesso una passeggiata lungo la Ringstrasse per andare dagli editori, nella città vecchia, a portare o ritirare le bozze dei suoi lavori. Tuttavia, non bisogna credere che si trattasse di tranquille passeggiate, fatte con lo scopo di godersi la bellezza della Ringstrasse e la fioritura degli alberi in primavera. Mio padre camminava con un passo da bersagliere. Durante quelle camminate a volte mio padre raccontava una delle sue tante storielle e, nonostante le avessimo già ascoltate un’infinità di volte, non cessava di divertirci».
Come trascorreva Freud le sue giornate sul Renon?
Se a Vienna Freud poteva lavorare dalle otto di mattina fino alle tre del mattino seguente, concedendosi solo gli intervalli per il pranzo e la cena, la sua vacanza sul Renon aveva tutt’altro ritmo. Lo testimoniano le espressioni che Freud usa per descrivere all’amico Carl Gustav Jung l’atmosfera di quei giorni nella lettera da Collalbo datata 1 settembre 1911: «Caro amico, la Sua lettera è giunta in una giornata bella e felice e ha ancor più innalzato il mio stato d’animo. (…) Qui sul Renon stiamo divinamente bene e il posto è bellissimo. Ho scoperto in me il piacere inesauribile del dolce far nulla, temperato appena da un paio d’ore dedicate alla lettura di qualche novità, e non riesco a pensare che l’inizio del mese prossimo mi riporterà al duro lavoro. (…) Arrivederci! Suo affezionato, Freud».
Come si svolgeva la vacanza della famiglia Freud?
L’arrivo di Freud costituiva il momento saliente della vacanza: cominciavano le escursioni, la ricerca dei funghi, la raccolta di lamponi e fiori. A proposito della passione per i funghi, ecco quanto scrisse il figlio Martin: «La ricerca non procedeva mai in modo casuale. Prima papà andava in perlustrazione per cercare l’area adatta per lo Steinpilz, il porcino, il nostro fungo preferito, che cresce sempre un po’ nascosto. Quando papà aveva trovato il posto adatto, vi portava la sua piccola truppa: ogni soldatino prendeva posizione mettendosi a debita distanza l’uno dall’altro e avanzava nel bosco in ordine sparso. Era come se inseguissimo una preda inafferrabile e invisibile; alla fine della competizione a vincere era sempre papà».
Cosa scrisse Freud a Collalbo?
Freud si prendeva anche il tempo per letture e nuovi studi immerso in quel paesaggio alpino incontaminato e dolce. L’opera Totem e tabù: alcune concordanze nella vita psichica dei selvaggi e dei nevrotici fu iniziata sul Renon. È composta da quattro saggi sull’origine della religione e della società. Vi si intrecciano ricerche di carattere antropologico, etologico, biologico, di storia delle religioni e di psicologia dei popoli. Il primo saggio, L’orrore dell’incesto, venne concepito tra questi boschi.
Che cosa ha ispirato Freud sull’Altopiano del Renon?
Nel suo soggiorno Freud senza dubbio ebbe modo di leggere o ascoltare alcune delle numerose leggende diffuse all’ombra delle “piramidi di terra”: le guglie, i pinnacoli, i torrioni hanno sempre acceso la fantasia popolare, che li ritiene tuttora magiche dimore di esseri misteriosi, gnomi e giganti, cavalieri e folletti. Le fiabe narrano di spiriti che si radunano in luoghi frequentati un tempo da sette eretiche, di incantesimi, streghe che fanno sortilegi e riti sacrificali. Quel mondo notturno di fantasmi ha sicuramente incuriosito Freud.
Come viveva la montagna Freud?
Freud non si dimostrò mai un cittadino mascherato da montanaro. Era un grande intenditore di scenari naturali, che guardava con occhio aperto. Radicato nella sua psiche agiva l’irresistibile bisogno di essere in stretto contatto con la natura. Scriveva all’amico Oskar Pfister: «In questo periodo dell’anno acquisto un’evidentissima somiglianza con Colombo. Come lui ho nostalgia della …terra.» Proprio su queste tracce mi muovo quando, da maggio a ottobre, accompagno i camminatori lungo il sentiero di Freud, raccontando di questa straordinaria e storica unione tra il Renon, la psicoanalisi e la contemporaneità.

Informazioni
Associazione turistica Renon
tel.0471.356100-345245
Fornisce informazioni turistiche e il calendario delle passeggiate guidate, con spunti tratti da tematiche freudiane, lungo la Freud-Promenade.
Dove dormire
Hotel Holzner
Qui il benessere comincia con la prima colazione (anche per dormiglioni tra le 10.30 e le 11.30), che si consuma sulla terrazza dell’albergo godendo di un panorama vastissimo sulle Dolomiti nell’assoluto silenzio della montagna.
Circondato da quasi diecimila metri quadrati di parco, l’albergo invita al relax: piscina a sfioro all’aperto riscaldata, sauna finlandese, campi da tennis, campo da bocce, bellissima spa con hamam, sauna panoramica, area fitness, mountain bike e e-bike a noleggio. Si propongono corsi di acquagym, theraball, circuit training, pilates, tennis.
L’hotel a quattro stelle a Soprabolzano fa parte del gruppo alberghiero dei Familienhotels Alto Adige, specializzato nell’ospitalità per le famiglie, alle quali riserva molte attenzioni oltre a escursioni e programmi mirati, animazione giornaliera e cena assistita mentre i genitori vengono coccolati con menu serale gourmet
L’albergo risale al 1908 e da oltre un secolo è nelle mani della famiglia Holzner, che cura ogni particolare e la sostenibilità ambientale utilizzando energie rinnovabili e caldaia a biomassa alimentata da trucioli di legno dei vicini boschi per alimentare tutte le sue aree. Per favorire la sostenibilità viene omaggiata la Ritten Card, che garantisce la gratuità sui mezzi di trasporto pubblici dell’Alto Adige compresi la funivia e il trenino del Renon e l’ingresso a oltre 80 musei della provincia.
Hotel Bemelmans Post
A Collalbo un quattro stelle a conduzione familiare con un grande parco, piscina all’aperto, spazi di gioco per bambini, piscina coperta e centro benessere. Nell’albergo soggiornò Sigmund Freud il quale, trovandosi molto bene sul Renon, decise di prolungare il proprio soggiorno festeggiando a Collalbo il 14 settembre 1911 le nozze d’argento con la moglie Martha. L’ambiente in cui fu ospitata la festa oggi è chiamato Veranda di Freud.