Villa Monastero

Avete già deciso dove sposarvi? Volete uscire dalla città e trovare uno scenario più romantico? Vi siete già sposate e desiderate ricordare quel momento con una cerimonia simbolica in un bel posto? Oppure avete semplicemente voglia di una gita nel verde con vista lago? Meta di un raffinato turismo internazionale già nel Gran Tour settecentesco, Varenna è un borgo di origine medievale sulla sponda orientale del lago di Como. Antiche architetture, un tessuto edilizio ben conservato, il porticciolo, la passeggiata lungolago e le storiche Villa Monastero e Villa Cipressi con i rispettivi, spettacolari giardini botanici. Vi racconto dettagliatamente il complesso di Villa Monastero, che è visitabile, il borgo e i dintorni. A Bellano, a cinque chilometri di distanza, potrete andare in compagnia dello scrittore Andrea Vitali (di prossima pubblicazione l’intervista), che vi ha ambientato i suoi numerosi romanzi.

 

 

 

 

Sposarsi a Villa Cipressi o a Villa Monastero?

 

 

 

 

Difficile scegliere se sposarsi a Villa Cipressi o a Villa Monastero. Adibita ad albergo, Villa Cipressi (www.hotelvillacipressi.it) è composta da un complesso di edifici eretti tra il 1400 e il 1800. Il giardino botanico (unica parte visitabile) è contraddistinto da filari di cipressi e terrazze degradanti verso il lago ricche di piante mediterranee ed esotiche. Per sposarsi con rito civile (va contattato il Comune di Varenna) si può riservare un’area dedicata nello splendido giardino, sale interne, la terrazza per il rinfresco e camere in albergo. Ma lo spettacolo è tutto fuori, in faccia al lago che offre scorci incantevoli per il servizio fotografico. Potete credermi, mi sono sposata a Villa Cipressi diversi anni fa! Altrettanto spettacolare e assai più esteso, il confinante giardino botanico di Villa Monastero (www.villamonastero.eu), che si estende per quasi due chilometri lungo il fronte lago. Le palme, l’agrumeto, il filare di cipressi, i cedri del Libano si sposano con gli elementi architettonici, le fontane, i giochi d’acqua, i vasi, le balaustre creando una scenografia di indiscutibile fascino. Andate a visitare i giardini prima di decidere quale vi accoglierà, sarà una bellissima gita.

 

 

 

 

 

Villa Monastero
Villa Monastero

 

 

 

 

 

Villa Monastero: da convento a residenza patrizia

 

 

 

 

Se avete scelto Villa Monastero per le nozze, sappiate che andate a sposarvi in quello che era un monastero femminile (cui deve il nome) di monache cistercensi sorto alla fine del secolo XII. Già nel 1567 una crisi di vocazioni portò il cardinale Carlo Borromeo a sopprimerlo. Il convento fu acquistato dalla famiglia Mornico, che lo trasformò in residenza patrizia nelle prime decadi del 1600 tenendola per trecento anni. La villa conserva l’impianto originario del Seicento, come evidenzia l’arioso loggiato a lago, pur con diverse trasformazioni intervenute nel corso dell’Ottocento. Nel 1869 venne acquisita da Carolina Maumari, vedova Seufferheld, nipote di Enrichetta Blondel, la moglie di Alessandro Manzoni. La Villa in quel periodo fu luogo d’incontro di personaggi di spicco del mondo culturale. Venne quindi acquistata dal tedesco Walter Kees che, visitata Varenna come tanti inglesi e tedeschi in quell’epoca, se ne innamorò. La acquisì come residenza di villeggiatura ristrutturandola nel 1897-1909 nel rispetto della tradizione del luogo, arredandola secondo il gusto eclettico. Appassionato, come la moglie, di botanica, ne ampliò il giardino fino alle dimensioni attuali.

 

 

 

 

La Villa bene pubblico

 

 

 

 

Nel 1918 la Villa venne requisita dallo Stato italiano come debito di guerra dato che Kees era tedesco e nel 1925 fu acquistata dal naturalista milanese Marco De Marchi. La ereditò nel 1936 la moglie, rimasta vedova, che nel 1939 la donò allo Stato con l’obbligo di conservarla e destinarla a ospitare istituzioni culturali di pubblico beneficio. Nel 1940 il giardino botanico venne aperto al pubblico. Nel 1953 nacque un centro congressi di rilevanza internazionale, tuttora attivo. Nel 2003 venne realizzata nella parte monumentale la Casa-Museo.

 

 

 

 

 

Corsi di fisica e premi Nobel

 

 

 

La Villa rappresenta oggi un importante polo congressuale a livello internazionale. Il centro congressi, sorto nel 1953, accoglie tuttora convegni a carattere culturale e scientifico. Vi si tengono anche i corsi estivi, frequentati da studenti di tutto il mondo, della prestigiosa Scuola Italiana di Fisica Enrico Fermi (scuola pubblica con sede a Bologna), che hanno visto la presenza di oltre sessanta Premi Nobel a partire da Enrico Fermi.

 

 

 

 

La Casa-Museo

 

 

 

 

Dall’Ottocento la Villa è sempre stata abitata e frequentata da personaggi di rilievo del panorama culturale e artistico italiano ed europeo. Il percorso espositivo nella Casa-Museo è costituito da quattordici sale che hanno mantenuto decorazioni, mobili, opere d’arte e collezioni raccolte nei secoli dai proprietari. Ogni sala ripropone uno stile del passato quali: la Sala Nera, sala da pranzo, in stile neorinascimentale con mobili imponenti in legno di noce scuro; la Sala Rossa con tappezzerie e arredi di gusto rococò; il salottino orientale, che deriva il nome da un particolare mobile giapponese che lo caratterizza; il bagno neopompeiano con una vasca con pilastri in marmo con figure di bagnanti. I manuali della seconda metà dell’Ottocento spiegano: “L’uomo moderno, inteso come uomo dell’Ottocento, mangia nel Rinascimento, fa salotto nel Settecento, fuma in Oriente, nel salottino giapponese che è un fumoir, e fa il bagno a Pompei.” La Sala Fermi, ex chiesa dell’antico monastero femminile (dove si conserva un affresco tardo-quattrocentesco con il Cristo in passione), nella quale il fisico Enrico Fermi tenne le sue ultime lezioni nel 1954, ospita una lapide e il busto dello scienziato realizzato dallo scultore Giannino Castiglioni.

 

 

 

 

 

 

Villa Monastero
Villa Monastero

 

 

 

 

 

Il Giardino botanico

 

 

 

 

Sapete che il Giardino di Villa Monastero è stato uno dei primi giardini botanici ad aprire al pubblico nel 1940? Si estende intorno alla villa in senso longitudinale lungo il lago per quasi due chilometri verso sud fino alla frazione di Fiumelatte. Racconta Anna Ranzi, conservatore di Villa Monastero che cura gli eventi culturali e i restauri della villa, che il Giardino prima della pandemia era aperto 365 giorni all’anno e riceveva 100mila visitatori. “Anche durante l’emergenza sanitaria ne ha avuti comunque 40mila, prevalentemente lombardi o comunque italiani che conoscevano poco il luogo, frequentato in precedenza soprattutto dagli stranieri.” E consiglia: “sostate nel loggiato, che si apre appena oltre l’ingresso: la vista spazia su entrambi i rami del lago, a sinistra il ramo di Lecco e a destra quello di Como, dove sono le ville più belle, Villa Carlotta e Villa Melzi”. Scendendo verso il lago, sulla sinistra si apprezza il gruppo scultoreo La Clemenza di Tito, ultima opera dall’artista neoclassico Giovanni Battista Comolli. Nel giardino ci sono numerosi giochi d’acqua, fontane, sculture, vasi, balaustre, terrazzini a lago. Prosegue Anna Ranzi: “osservate la straordinaria magnolia grandiflora pluricentenaria, una delle più vecchie del lago, vicino all’ingresso della Casa-Museo. Sulla sinistra segue la zona dell’agrumeto con la collezione di aranci, mandarini, pompelmi, i cui frutti hanno un diametro di ben 30 centimetri, mentre verso il lago c’è una collezione di palme, che sono tra gli elementi caratteristici di Villa Monastero.” E ancora: “il giardino conserva oltre 900 essenze con rarità botaniche provenienti da tutto il mondo.” Ci fa notare che l’aspetto del giardino è immutato dai tempi di Kees, che ne fu l’ideatore. Aggiunge: “Kees aveva compiuto scelte particolari piantando palme, agrumi e cipressi, diversamente che nei giardini delle altre ville lariane dove trionfano azalee e rododendri, i tipici fiori del lago, che a Villa Monastero non sono presenti. Sapete che fu Kees a far piantare un filare di cipressi, tipicamente italiani (conservati al 90 per cento), alternati a cedri, lungo il fronte strada per proteggere il giardino dal rumore della strada, già molto trafficata?”

 

 

 

 

 

 

 

 

Villa Monastero
Villa Monastero

 

 

 

 

 

 

Villa Monastero
Villa Monastero

 

 

 

 

 

 

Quattro chiese in una piazza

 

 

 

 

Piazza S. Giorgio, che era l’antico foro romano e oggi è il cuore di Varenna, prende il nome dalla chiesa di S. Giorgio, la cui origine risale al Trecento. Sulla facciata si apprezza un grande affresco trecentesco raffigurante S. Cristoforo. All’interno, con notevoli opere d’arte, da notare la pavimentazione nel pregiato marmo nero di Varenna. Nella piazza si trovano anche la chiesa di S. Giovanni Battista, risalente nell’impianto all’XI secolo, S. Maria delle Grazie, del 1685, e una chiesa sconsacrata. Ripide scalinate scendono alla suggestiva passeggiata lungolago alla base del vecchio borgo.

 

 

 

 

 

 

Varenna
La piazza di Varenna

 

 

 

 

 

Il castello di Vezio

 

 

Sul promontorio che sovrasta Varenna sono i ruderi del castello di Vezio, costituito da una cortina pentagonale di mura racchiudente al centro un mastio quadrangolare, probabilmente impostato su una torre romana. Eretto a difesa e controllo del lago in posizione strategica, il castello nel Medioevo svolgeva una importante funzione di avvistamento e di segnalazione. Era collegato a Varenna da due braccia di mura, che lo cingevano fino al lago, proteggendo il paese e offrendo rifugio ai suoi abitanti durante le frequenti guerre. Oggi è uno straordinario balcone panoramico sul centro lago.

 

 

 

 

 

Gli spettacoli di falconeria

 

 

Se non avete mai visto volare i rapaci, andate al castello di Vezio ad ammirare le esibizioni di volo: è uno spettacolo affascinante. Il falconiere illustra la storia dell’antica arte della falconeria, divenuta patrimonio immateriale dell’Umanità dell’Unesco, il suo utilizzo moderno, la biologia e l’addestramento dei rapaci. L’orario delle esibizioni può variare di giorno in giorno e va verificato (www.castellodivezio.it, tel. 333.4485975). Nel giardino del Castello si trova un centro di addestramento e cura di rapaci diurni e notturni.

 

 

 

 

Il sentiero del Viandante

 

 

Un cammino a mezza costa costeggia per 45 chilometri la sponda lecchese del lago di Como tra splendidi panorami: è il Sentiero del Viandante. Uno dei tratti più scenografici e facili è quello da Gittana, sopra Varenna (raggiungibile in automobile), dove si trovano le cave del pregiato marmo nero un tempo utilizzato per gli altari e la pavimentazione delle chiese locali, a Biosio, frazione di Bellano. La passeggiata a piedi dura meno di un’ora, al ritorno si può prendere il treno.

 

 

 

Informazioni turistiche

www.discoverylecco.it

www.varennaturismo.com

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