Carlos Santana

 

Arriva nelle sale cinematografiche di tutto il mondo, distribuito in esclusiva per l’Italia il 25, 26 e 27 settembre da Nexodigital (elenco delle sale su www.nexodigital.it), il documentario “Carlos: il viaggio di Santana. Anteprima mondiale” diretto dal regista Rudy Valdez. In una speciale introduzione il regista, già vincitore di due Emmy, dialoga con Santana, lasciandogli totale libertà. Santana gli domanda: Do you believe in magic? Risponde lui stesso: Magic is…to capture people’s heart. Catturare il cuore, le emozioni delle persone: ecco il segreto di Santana.

Con nuove interviste a Santana e alla sua famiglia, filmati d’archivio inediti, video casalinghi registrati dallo stesso artista, filmati di concerti, scene di backstage, interviste tra cui quelle al produttore discografico Clive Davis e al cantautore Rob Thomas, il documentario celebra la vita e la storia del leggendario chitarrista messicano, vincitore di 10 Grammy.

 

 

 

Dal Messico a San Francisco

 

 

 

Nato nello stato messicano di Jalisco in una famiglia di musicisti, Santana inizia da bambino a suonare il violino come il padre, che fa parte di una banda di mariachi, i musicisti ambulanti che suonano nelle piazze, ai matrimoni, nelle feste. Quando la famiglia si trasferisce a Tijuana, al posto del violino suona la chitarra, da autodidatta. Quando la famiglia si sposta a San Francisco, Carlos Santana si immerge in un mondo musicale ben più ampio esplorando altri tipi di musica e frequentando di nascosto il Bill Graham’s Fillmore Auditorium, dove in seguito verrà chiamato a esibirsi. Per seguire la sua strada Carlos non esita a lasciare il padre, la banda e la famiglia alla quale è molto legato. Guidato sempre dalla musica e dalla determinazione, che eredita in gran parte dalla madre, inizia il suo grande viaggio.

 

 

 

 

Woodstock e il successo

 

 

 

Carlo Santana nel film dice: “Nel mondo c’è una mancanza di autostima.” Invece, bisogna pensare che “ci sono miliardi di persone, ma solo una come te.” Santana crede in se stesso e nella sua musica. Ripete più volte un suo mantra: “io non sono quello che mi è accaduto” mettendosi sempre alle spalle quanto di negativo gli sia capitato. Nel documentario si ascoltano tante storie, si evocano tanti incontri, emergono tanti spezzoni della vita del grande chitarrista, dal successo sul finire degli anni Sessanta, inizio Settanta, con il suo gruppo che si chiama “Santana” e innova la scena musicale (del rock) incorporando il suono latino e mescolando i generi. Scorrono sullo schermo i momenti clou della loro trionfale esibizione al festival di Woodstock, nel 1969. Si citano i 312 concerti in un anno, il ritmo insostenibile, l’abuso di droghe che mettono a dura prova la band, come anche le divergenze artistiche, fino a quando alcuni dei musicisti vanno a formare propri gruppi e i Santana cominciano a sciogliersi.

 

 

 

 

 

Carlos Santana
Carlos Santana

 

 

 

 

La dimensione spirituale e Supernatural

 

 

 

Carlos sceglie, allora e sempre, la musica, comincia a interessarsi alla meditazione e vive, a partire dal 1972, una dimensione spirituale con un forte cambiamento musicale interessandosi al jazz e alla musica fusion. Conosce Deborah King, figlia del chitarrista Saunders King, che sposa nel 1973. Si avvicina al guru Sri Chinmoy, che frequenta assiduamente insieme alla moglie per una decina di anni. Dopo avere rischiato il declino musicale, ecco la rinascita con l’album “Supernatural”, nel 1999, che diviene il suo maggiore successo, premiatissimo. Seguiranno il divorzio dalla moglie e, anni dopo, il nuovo matrimonio con la batterista Cindy Blackman. Convinto del ruolo della musica nell’esistenza spirituale delle persone, Santana continua a essere uno degli artisti più importanti del mondo, capace di fondere jazz, blues e musica dei mariachi con la spiritualità del rock n’ roll. Una leggenda musicale vivente, da cinquant’anni.

 

 

 

 

Carlos Santana
Carlos Santana, 26 luglio 2013
© Roberto Finizio 

 

 

 

 

Un messicano multidimensionale

 

 

 

Nel film, quando dicono a Santana “non puoi fare questo, non puoi fare quello, sei messicano…”, lui risponde: “Sono un messicano multidimensionale”.

La sua filosofia di vita si potrebbe riassumere in una sua battuta, citata: “Che ora è? Adesso.” Vivere il presente, sempre. Let’s go eat some tacos: così si conclude il film.

 

 

Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=Lw48bkkFtfI

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