Basilea

Chiunque ami l’architettura e l’arte deve andare a Basilea, considerata la capitale culturale della Svizzera. Una città relativamente piccola che vanta un grande numero di musei, il primo dei quali risale al 1671, oltre a fondazioni e istituzioni culturali di qualità ed è un centro di architettura contemporanea di primaria importanza a livello internazionale. Anche il rapporto degli abitanti con l’arte e l’architettura è molto stretto. Se in altre città la visita si concentra sulle emergenze storiche del centro, a Basilea, dove a edifici del XV secolo si intervallano architetture di grandi firme di fama internazionale, è soprattutto il contemporaneo a reclamare l’attenzione, declinato in forme memorabili non solo in giugno, quando si svolge Art Basel, la più importante fiera d’arte contemporanea del mondo. Grazie alla florida situazione economica cittadina, in larga misura dovuta alla presenza di grandi gruppi industriali e farmaceutici, la scena architettonica è in continua evoluzione e già la visita del Campus Vitra, appena fuori città, giustifica da sola il viaggio.

 

Il centro storico

Punto di incontro di tre Paesi, confinante con Francia e Germania, bagnata dal Reno, con appena 200 mila abitanti di ben 160 nazionalità diverse, città universitaria e della scienza oltre che dell’arte, Basilea, di origine celtica, fu fondata nel 44 a.C. dai Romani i quali si insediarono sul colle dove oggi si trova la bella Cattedrale (Munster) romanico-gotica edificata a partire dal XII secolo e simbolo cittadino. All’interno del luogo di culto, nella navata sinistra si trova la tomba di Erasmo da Rotterdam, teologo, filosofo e grande umanista, considerato il padre della cultura europea, di cui esaltò le comuni radici culturali contro ogni dogmatismo e intolleranza (a lui è intitolato il noto programma di studio Erasmus, che ha portato la mobilità dei giovani nei Paesi europei). Alle spalle della cattedrale si trova la Pfalz, terrazza panoramica sul Reno, davanti l’ariosa piazza Munsterplatz, intorno sono vie acciottolate, piazzette, fontane. Più in basso, nella Marktplatz (la piazza del Mercato) l’appariscente palazzo del Municipio (Rathaus) di origine cinquecentesca, in arenaria rossa.

Basilea
Il municipio (Rathaus)

 

La bella storia di Picasso e Basilea

Il Kunstmuseum Basel (www.kunstmuseumbasel.ch) – composto da tre edifici tra i quali il recente ampliamento realizzato dagli architetti Christ & Gantenbein – cinquant’anni fa presentava per la prima volta sette opere di Pablo Picasso entrate allora a far parte della collezione, ora esposte nella mostra Arte. Denaro. Museo. 50 anni di Picasso-story, aperta fino al 12 agosto (nell’edificio principale, Hauptbau). L’esposizione racconta l’affascinante storia che lega Pablo Picasso a Basilea: nel 1967 il Kunstmuseum aveva in prestito le opere picassiane “I due fratelli” e “Arlecchino seduto” da un collezionista, che aveva deciso di venderle all’estero, ma gli abitanti di Basilea, soprattutto i giovani, si mobilitarono affinché i quadri rimanessero in città raccogliendo due milioni di franchi svizzeri, quindi in una consultazione popolare venne approvato l’ulteriore esborso di 6 milioni di franchi per l’acquisto delle due tele. La vicenda arrivò alle orecchie di Picasso che, molto colpito, regalò altre quattro tele e un disegno alla città. In mostra anche fotografie e articoli di giornale dell’epoca.

Basilea
Venus et l’Amour di Pablo Picasso, 9 giugno 1967

 

Il Museo Tinguely

Affacciato in splendida posizione sul Reno, con piccola spiaggia sottostante dalla quale è possibile immergersi e ciclabile che passa sotto l’edificio opera di Mario Botta, il Museo Tinguely (www.tinguely.ch) si raggiunge a piedi in una quindicina di minuti dal centro storico sull’apposita pedonale. Si tratta della maggiore collezione al mondo delle opere d’arte di Tinguely, la cui poetica si esprime nel motto “Es bewegt sich alles, still stand gibt es nicht“: tutto si muove, non esiste nulla che sia immobile/fermo. Le opere dell’artista elvetico esposte sono congegni meccanici quasi tutti azionabili. Mostre temporanee dedicate ad altri artisti sono allestite nel museo. Nel bel giardino si apprezzano un’opera di Niki de Saint-Phalle e la torre Roche, con i suoi 178 metri l’edificio più alto della Svizzera (sede dell’omonimo gruppo farmaceutico), emblema moderno della città – che verrà affiancato da un’altra torre di 205 metri entro il 2021 – progettato dallo studio degli architetti basilesi Herzog & de Meuron, tra i più influenti del mondo.

Basilea
Museo Tinguely
Basilea
La Torre Roche opera degli architetti Herzog & de Meuron dal giardino del Museo Tinguely

 

La scena architettonica contemporanea

A Basilea si realizzano continui progetti di nuovi complessi architettonici, alcuni dei quali sede delle stesse aziende farmaceutiche che li finanziano e visitabili saltuariamente su prenotazione (come il campus della Novartis, www.basel.com). Con un ruolo di primo piano sulla scena architettonica e artistica mondiale, la città attira archistar internazionali, uno straordinario numero di Premi Pritzker oltre a numerosi giovani designer. Tra gli edifici contemporanei degni di nota sono: il Warteck Building, ex birreria Warteck ora adibita a centro culturale ed espositivo; il BRI (Banca dei Regolamenti Internazionali) di Mario Botta; lo Stellwerk, torre di controllo ferroviario in rame opera di Herzog & de Meuron e, realizzata dallo stesso studio di architetti, l’area pubblica City Lounge, che fa da ingresso ai padiglioni fieristici: di notevole impatto la visuale per chi proviene da Greiferg Clara Strasse dove la struttura dal rivestimento metallico ondulato appare come una “parete” che chiude la via per stupire quando si entra nella Messe Platz (la piazza della Fiera) con il grande oculo circolare aperto sul cielo al centro. Interessante la vicina Torre di Morger e Degel, dove merita salire al Bar Rouge(www.barrouge.ch), al 31 piano, per la vista spettacolare. L’area urbana che maggiormente si sta trasformando è il quartiere di Dreispitz, che da distretto industriale diventa quartiere residenziale e centro di formazione e produzione artistica dove si trova l’Alta Scuola di Design e Arte.

Basilea
“Finestra sul cielo”, Messeplatz

 

La Fondazione Beyeler

Architettura, arte e paesaggio in armoniosa relazione: è questo lo straordinario biglietto da visita della struttura di Renzo Piano, che accoglie la Fondazione Beyeler (www.fondationbeyeler.ch), il più celebre spazio museale di Basilea, con sede fuori città a Riehen. L’edificio in pietra della Patagonia, immerso nella natura, ha grandi vetrate e anche il tetto, molto leggero, è in vetro: la luce naturale inonda le sale e le opere. Ospita la straordinaria collezione di arte del XX secolo di Ernst Beyeler e consorte. Non meno notevoli vi sono le mostre quale quella in corso, Giacometti – Bacon (fino al 2 settembre), che affianca due artisti apparentemente diversissimi, che ebbero grande influenza sull’arte della seconda metà del XX secolo e si conobbero a Londra negli anni 1960: Alberto Giacometti, scultore, svizzero, nato in una famiglia di artisti, Francis Bacon, pittore, irlandese, autodidatta, omosessuale rifiutato dal padre, che lo cacciò di casa a 16 anni. L’esposizione ne mette in luce le convergenze artistiche, in particolare la grande passione di entrambi per la figura umana.

Basilea
Alberto Giacometti e Francis Bacon, 1965, fotografia di Graham Keen

 

Il Vitra Design Museum e Campus

A Weil am Rhein, in Germania, ma vicino a Basilea (raggiungibile in 40 minuti con il tram n.6 dal centro fino a Claraplatz, poi con l’auobus n. 55 utilizzando la Basel Card in territorio svizzero, con un’integrazione in Germania) è il Vitra Design Museum (www.design-museum.de), fondato nel 1989 dall’azienda svizzera di mobili e arredamento di design Vitra (che produce tuttora design della casa e lavori di altri designer) per diffondere la conoscenza del design e dell’architettura. Nell’edificio realizzato da Franck Gehry (1989), è una delle più significative collezioni di design del mondo con circa 20 mila pezzi, che mette in relazione il design con l’architettura, l’arte e la vita quotidiana. Intorno al Vitra Design Museum, il Campus Vitra.

Campus Vitra

Un must da visitare per gli appassionati di design e di architettura, che offre la possibilità di apprezzare le opere di svariati tra i maggiori esponenti della scena architettonica internazionale. Il Campus è sorto progressivamente dopo che nel 1981 un incendio aveva distrutto gli stabilimenti Vitra grazie al contributo di architetti internazionali che vennero chiamati per progettare la nuova fabbrica, i nuovi stabilimenti di produzione e altri edifici. Ha acquistato grande notorietà a livello mondiale ed è al tempo stesso un centro di produzione e un terreno di sperimentazione per l’architettura e il design. A rendere la visita del Campus Vitra unica e di grande fascino è l’eterogeneità di visioni architettoniche culturalmente differenti che convivono l’una accanto all’altra in uno spazio circoscritto. Suggerite le visite guidate sull’architettura (in inglese o tedesco, su prenotazione).

Tra gli edifici da vedere: lo spazio per conferenze Conference Pavillon di Tadoo Ando, del 1993, il primo edificio realizzato fuori dal Giappone dall’architetto giapponese; la splendida Fire Station, caserma dei pompieri di Zaha Hadid, 1993; la Vitra Haus di Herzog & de Meuron, 2010, che in dodici “case” individuali appollaiate l’una sull’altra ospita, in ambientazioni suggestive, la Vitra Home Collection con una grande varietà di oggetti di design, mobili, lampade; la Vitra Slide Tower, di Carsten Hoeller, 2014, ad un tempo torre, scivolo e installazione artistica; il Factory Building, progettato dagli architetti giapponesi SANAA, 2012; la Vitra Design Museum Gallery di Franck Gehry, 2003; il Vitra Schaudepot di Herzog & de Meuron, 2016, insieme un magazzino e un museo, che presenta una mostra permanente di circa 430 pezzi, realizzati dal 1800 fino ad oggi, molto significativi per il design del mobile.

Basilea
Fire Station (Caserma dei pompieri) di Zaha Hadid, Campus Vitra

 

Appuntamento settembrino

Gran Basel: l’auto come forma d’arte (6-9 settembre)

Il nuovo e anticonvenzionale salone di Basilea, ospitato nei padiglioni della Fiera, affronta il rapporto tra l’auto e la cultura analizzandone l’estetica, la storia del costume, la tecnologia. A selezionare i veicoli in esposizione personalità con background differenti – tra i quali l’artista svizzera Sylvie Fleury, Lapo Elkann, Giorgetto Giugiaro – per offrire uno sguardo diverso su questo mezzo di locomozione, influenzato e nello stesso tempo fonte di ispirazione per la letteratura, la musica, l’architettura.

Info

www.myswitzerland.com

 

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