Marsiglia

 

“Qui sono cazzuti” osserva l’adolescente appena sbarcato nel Vieux Port di Marsiglia. Intende: tosti. Non ha letto nulla di Jean Claude Izzo, il più celebre scrittore marsigliese contemporaneo, scomparso prematuramente a cinquantacinque anni. Eppure, guardando le facce della gente che passeggia lungo il Porto Vecchio, ha colto con la rapidità dell’età il principale tratto dell’essenza umana della seconda città della Francia. Una città portuale multietnica che ha accolto esuli di ogni provenienza, una città dove convivono culture diverse con tutte le loro problematicità. Negli ultimi anni, da quando nel 2013 è stata Capitale europea della cultura, Marsiglia si è rifatta il look, perlomeno in centro, riconquistando il fronte mare grazie all’intervento di architetti di fama internazionale. Oggi è una destinazione turistica affascinante. L’architettura contemporanea è una buona traccia per un percorso a Marsiglia con un adolescente, specialmente se maschio riluttante ad abbuffate museali. Si cammina, anche tanto, ma si rimane per strada, tra la gente.

 

 

Marsiglia, un po’ nordafricana, un po’ mediorientale

 

 

Le pagine di uno scrittore offrono chiavi di lettura che nessuna guida turistica può dare. Leggere La trilogia di Fabio Montale (Casino totale, Chourmo e Solea) di Jean-Claude Izzo prima di arrivare a Marsiglia o durante il soggiorno offre uno squarcio affettivo sulla città. Senza naturalmente pretendere che il teen legga Izzo, gli racconto qualche vicenda del protagonista, il poliziotto Fabio Montale che, più che reprimere come gran parte dei suoi colleghi i giovani ribelli delle cités, i sobborghi, cerca di riscattarli da quelle periferie desolate e senza servizi. Montale, come Izzo, è affascinato dalla multietnicità che caratterizza Marsiglia e inorridito dalle pulsioni razziste alimentate dall’estrema destra. Marsiglia per Izzo è “come il suo mare: un po’ africana e un po’ mediorientale, così come Beirut è un po’ europea”.

 

 

L’arrivo in città: le Vieux Port

 

 

Il Quai du Port e il Quai de Rive Neuve delimitano l’insenatura del Porto Vecchio, dove il passeggio è sempre intenso e con un ferry boat gratuito si può passare da una riva all’altra. “Beviamo un aperitivo?” – domando. Il teen non disdegna. L’aperitivo più tipico è il pastis, a base di anice allungato con acqua, che accompagna tante delle riflessioni del poliziotto Fabio Montale, che l’apprezza solo dopo il terzo bicchiere: “Il primo lo bevi per sete. Il secondo, beh, inizi ad apprezzarne il sapore. Il terzo te lo godi” (Casino totale, Jean Claude Izzo). L’adolescente assaggia e commenta: “è annacquato”. Non insisto certo perché ne beva un altro.

 

 

Il piacere dell’architettura

 

 

“Vediamo tutto dall’esterno, d’accordo?”- avevo proposto al teen. D’altronde, i veri protagonisti della nuova bellezza di Marsiglia sono gli edifici spettacolari sorti presso il Porto Vecchio e nelle vicinanze, realizzati da grandi architetti di mezzo mondo. Scriveva il poeta francese Paul Valery: “Non amo eccessivamente i musei. Le idee di classificazione, di conservazione e di utilità pubblica, che sono giuste e chiare, hanno poco a che fare con il piacere… Il museo esercita un’attrattiva costante su tutto ciò che fanno gli uomini. Tutto finisce alle pareti o nelle bacheche. I nostri tesori ci opprimono e ci stordiscono.” Niente musei dunque. L’adolescente approva: “un viaggio così ci sta.”

 

 

L’Ombrière

 

“Mi pare un’idea un po’ inutile se è solo da guardare” – afferma il teenager drastico davanti all’Ombrière nel cuore del Porto Vecchio. Poi, riflette. “Se però ha una funzione, tipo riparare dal sole, allora ci sta”. Perentorio, ha però colto il quid di una struttura che sta a cavallo tra arte e architettura. Opera dall’architetto britannico Norman Foster, l’Ombrière è una grande pensilina in acciaio a specchio sotto la quale le persone in attesa dei battelli sostano con il naso all’insù giocando con la propria immagine riflessa.

 

 

Marsiglia, l'Ombrière
Marsiglia, l’Ombrière

 

 

 

Il MUCEM

 

“Cosa ci facciamo davanti a una vecchia torre?” – interroga l’adolescente impaziente davanti al Fort Saint-Jean. Si tranquillizza passando sulla vertiginosa passerella pedonale di centotrentacinque metri sul mare, che collega lo storico forte del XVII secolo al modernissimo edificio progettato da Rudy Ricciotti. L’architetto marsigliese di origine algerina ha realizzato un parallelepipedo in calcestruzzo nero traforato, che evoca motivi decorativi arabeggianti. All’interno è inserito un altro parallelepipedo rivestito da pannelli in vetro. Dello splendido panorama sul Vieux Port e il Mediterraneo il teen non sembra curarsi, ma apprezza. Sono le rampe interne all’edificio, che danno accesso ai diversi livelli fino alla terrazza., che lo affascinano e si prestano a selfie memorabili che cambiano immediatamente la sua immagine del profilo (quale non è dato sapere). Simbolo per eccellenza della Marsiglia contemporanea, il Musée des Civilisations de l’Europe et de la Méditerranée (www.mucem.org) indaga la storia, la cultura e le civiltà del Mediterraneo.

 

 

 

Marsiglia
Il MUCEM

 

 

 

La Villa Meditarranée

 

“Per quanto dobbiamo camminare ancora?” – domanda l’adolescente già stanco. Sorpresa, la nostra prossima tappa è a pochi passi dal Mucem. La Villa Mediterranée (www.villa-mediterranee.org), progettata dall’architetto milanese Stefano Boeri, è una struttura bianca a forma di L rovesciata con il piano lungo che sporge su una vasca di acqua marina, che evoca il profondo legame con il mare. All’interno, esposizioni temporanee che approfondiscono aspetti diversi del Mediterraneo.

 

 

Marsiglia
La Villa Mediterranée di Stefano Boeri

 

 

 

Il Mediterraneo nel piatto

 

“Che cosa si mangia qui? – domanda il teenager preoccupato appena seduto al tavolo in un ristorante maghrebino. Ci sono piatti nordafricani come il couscous e le tajine. “Il couscous non mi piace” – dichiara categorico per poi assaggiarne dal mio piatto. Allora le brochette? Che non sappia il francese poco importa, gli spiedini di carne sono di suo gusto anche speziati. A tavola si trova il segno delle culture che hanno portato a Marsiglia una straordinaria ricchezza gastronomica, in particolare quelle mediterranee, e si assaggiano paella, tapas, tortillas spagnole come pure le specialità greche. Poi c’è il pesce, buonissimo, e la celeberrima bouillabaisse, che va prenotata in anticipo trattandosi di una zuppa di pesce di scoglio, che deriva il nome dalla cottura che alterna il fuoco alto (bouillir) a quello basso (abbaisser).

 

 

 

Marsiglia
Camminando verso La Joliette

 

 

 

Il FRAC di Kengo Kuma

 

Al n. 20 di Boulevard de Dunkerque si va per guardare la singolare facciata rivestita da pannelli di vetro semitrasparente della torre del FRAC (www.fracpaca.org) del celebre architetto giapponese Kengo Kuma. L’edificio è stato realizzato per ospitare collezioni di arte contemporanea (Fonds Regional D’art Contemporain).

 

 

Il nuovo quartiere della Joliette

 

 

Il quartiere intorno a place de la Joliette, dalla quale prende il nome, è quello più alla moda della città. Gli imponenti edifici dei Docks, che nell’Ottocento erano usati come magazzini, sono stati restaurati e accolgono showroom, ristoranti e caffè. Di fronte sono Les Terrasses du Port (www.lesterrassesduport.com), i grandi magazzini più di tendenza di Marsiglia. “Ci vediamo tra un paio d’ore?”- propongo. L’adolescente si illumina e rilancia: “Mi dai del cash?” Tornerà più che soddisfatto con la tuta dell’Olympique Marsiglia, la squadra di calcio della città, che è davvero bella. Far felice il teen non è poi così difficile.

 

 

Marsiglia
I Docks nel quartiere La Joliette

 

 

 

La storia di Marsiglia

 

 

Scriveva Jean Claude Izzo, che ha raccontato la città mediterranea come nessun altro: “Questa era la storia di Marsiglia. La sua eternità. L’unica utopia del mondo. Un luogo dove chiunque, di qualsiasi colore, poteva scendere da una barca o da un treno, con la valigia in mano, senza un soldo in tasca, e mescolarsi al flusso degli altri. Una città dove, appena posato il piede a terra, quella persona poteva dire: “Ci sono. È casa mia.” (Casino Totale, Jean Claude Izzo) Figlio di immigrati, il padre napoletano, la madre spagnola, nato nel quartiere del Panier, all’epoca povero e poco raccomandabile, scriveva con cognizione di causa e grande amore per la sua città: “Quando non si ha niente, avere il mare, il Mediterraneo è molto. Come un tozzo di pane per chi ha fame.”

 

 

Cena al Panier

 

 

Girelliamo tra vicoli e piazzette nel più antico quartiere di Marsiglia, le Panier, un tempo abitato da marinai e immigrati e ritenuto pericoloso, oggi rinnovato. Da rue Vieux Panier, la montée des Accoules, place des Moulins alla Vieille Charité, che fu ospizio per i poveri progettato da Pierre Puget, architetto e scultore marsigliese del 1600. Per cenare scegliamo uno dei ristorantini nella graziosa place de Lenche. Fortunatamente siamo a un passo dall’appartamento che abbiamo affittato vicino al Vieux Port, ideale per girare la città e fare qualche pausa per consentire all’adolescente di chattare prima di avere una crisi di astinenza.

 

 

Marsiglia
Mural nel quartiere del Panier

 

 

 

La Cité Radieuse

 

“Seguiamo una visita guidata?” – si allarma l’adolescente. Prima che possa rispondere, la guida inizia a spiegare in inglese, che per fortuna il teen capisce bene e non si perde una parola, l’architettura gli piace e la visita è molto interessante. L’architetto svizzero Le Corbusier aveva realizzato la Cité Radieuse intorno alla metà del Novecento concependola come una cittadella, autonoma, dotata di tutti i servizi, con asilo, scuola, palestra, biblioteca, cinema, sala giochi, centro commerciale e terrazza per feste ed eventi. “Sapete che i piani sono chiamati rue, strade, e la hall è pensata come una piazza con panche per sedersi, cabina telefonica e cassetta della posta?” – domanda la guida e aggiunge: “Le Corbusier era affascinato dalla modernità e aveva concepito soluzioni funzionali, minimaliste ed economiche per portare la bellezza a tutti.” L’edificio e i due appartamenti arredati con il mobilio originale (uno dei quali si visita) sono Patrimonio dell’umanità dell’Unesco.

Visite guidate su prenotazione su www.marseille-tourisme.com

 

 

Marsiglia
La Cité Radieuse di Le Corbusier

 

 

 

La nuova Aix-en-Provence

 

“Qui sono diversi” – osserva l’adolescente appena arriviamo nella raffinata cittadina provenzale a mezz’ora di distanza in automobile da Marsiglia. “Comunque, non visitiamo le chiese” – osserva inquieto percorrendo il bel centro storico d’impianto medievale. Puntiamo sulle nuove architetture realizzate per il 2013: da Cours Mirabeau, il corso principale, a Les Allées, suo proseguimento, fino ad attraversare l’Esplanade des Justes. Nel Forum culturel sono concentrati gli edifici contemporanei: il Grand Théatre de Provence (www.lestheatres.net) dell’architetto milanese Vittorio Gregotti e il Pavillon Noir (www.preljocal.org) di Rudy Ricciotti, l’architetto ideatore del MUCEM di Marsiglia. Bellissimo l’edificio che ospita il Conservatoire Darius Milhaud (www.aixenprovence.fr/Conservatoire) dell’architetto giapponese Kengo Kuma. Mentre lo si guarda, sotto a sinistra si nota il Mur d’eau, muro d’acqua più grande d’Europa opera di Christian Ghion, mentre a nord è il Mur Vegetal, muro vegetale di Patrick Blanc.

 

 

Marsiglia: Aix-en-Provence
Il Conservatoire Darius Milhaud di Kengo Kuma, Aix-en-Provence

 

 

 

I grandi maestri del Giappone

 

“Ti interessa l’arte giapponese?” – avevo chiesto prima di andare all’Hotel de Caumont Centre d’Art (www.caumont-centredart.com), nel cuore di Aix-en-Provence, per vedere la straordinaria esposizione “I grandi maestri del Giappone” Inaspettatamente, l’adolescente aveva risposto di sì e ora viaggia ammirato tra le oltre 150 stampe che raffigurano paesaggi, scene di vita quotidiana, cortigiane, scene erotiche, samurai, attori del teatro Kabuki. Non conosce la cultura del Paese del Sol Levante e non legge le didascalie, ma gli piace disegnare ed è affascinato dalla bellezza della grafica giapponese. Altissima la qualità artistica degli oggetti d’arte e artigianato e delle stampe ukiyo-e di epoca Edo (nome che deriva da quello dell’omonima città, poi ribattezzata Tokyo) compresa tra il 1600 e il 1868. È questo il periodo più affascinante e pacifico della storia del Giappone, che per oltre due secoli rimase quasi completamente isolato dall’Occidente. Probabilmente non avete mai sentito nominare Hokusai, Hiroshige e Utamaro, gli artisti più importanti di stampe ukiyo-e, ma è nota l’enorme influenza che l’arte giapponese ebbe sull’arte occidentale (il fenomeno del Giapponismo), in particolare sui pittori impressionisti. In mostra fino al 22 marzo i capolavori di artisti giapponesi della collezione Georges Leskowicz, una delle più importanti al mondo per le stampe giapponesi.

 

Marsiglia, I grandi maestri del Giappone adAix-en-Provence
L’esposizione “I grandi maestri del Giappone” ad Aix-en-Provence

 

 

 

Marsiglia, I grandi maestri del Giappone adAix-en-Provence
“I grandi maestri del Giappone” ad Aix-en-Provence

 

 

 

Marsiglia, I grandi maestri del Giappone adAix-en-Provence
“I grandi maestri del Giappone” ad Aix-en-Provence

 

 

 

La Passeggiata delle Arti

 

 

“Andiamo nelle vigne?” – chiede il teen perplesso. A una ventina di minuti da Aix-en Provence presso l’azienda vitivinicola Chateau La Coste (www.chateau-la-coste.com) la Promenade des Arts è un percorso da fare a piedi tra opere realizzate ad hoc tra i vigneti da artisti e architetti di fama mondiale. Alexander Calder, Paul Matisse, Frank O. Gehry, Tunga, Andy Goldsworthy, Ai Weiwei, Richard Serra per non citarne che alcuni. L’ingresso (Gate) è di Tadao Ando che utilizza materiali grezzi e forme depurate che si inseriscono facilmente nella natura. Opera dell’architetto giapponese anche il Centre d’Art dove cemento, vetro e acqua dialogano con la luce, sempre protagonista. L’architetto firma anche la Chapelle con la quale ha restituito una seconda vita a una cappella del XVI secolo rendendola uno spazio di meditazione universale. Dell’architetto genovese Renzo Piano è il Pavillon d’Exposition, integrato nelle vigne con una galleria interna per esposizioni, mentre Komorebi è del giapponese Kengo Kuma, che rivede la tradizione giapponese in senso contemporaneo dando spazio alla natura e ai materiali naturali. L’adolescente apprezza.

 

 

 

Marsiglia
Aix-en-Provence: Chateau la Coste, Promenade des Arts

 

 

Informazioni turistiche

Marsiglia www.marseille-tourisme.com

Aix-en-Provence www.aixenprovencetourisme.com

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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